Schizofrenia, Sintomi schizofrenia, Terapia schizofrenia
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Schizofrenia

La schizofrenia è un disturbo ad eziologia ignota. Nel corso degli anni sono stati descritti diversi segni e sintomi mirati a definire il quadro clinico di questa patologia e a separarlo da altre. La diagnosi è essenzialmente clinica, non essendo ad oggi stati identificati markers biologici o test di laboratorio utili per confermare la presenza della malattia.

La schizofrenia si manifesta di solito nella seconda terza decade di vita. L'esordio può avvenire anche all’improvviso, oppure può essere preceduto da un periodo in cui la persona si chiude in se stessa, appare sempre meno interessata al mondo circostante, lascia senza motivo amici e relazioni sentimentali, perde il lavoro o interrompe la scuola.

Secondo dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sono circa 24 milioni le persone che nel mondo soffrono di schizofrenia a un qualunque livello. La malattia si manifesta in percentuali simili negli uomini e nelle donne. Nelle donne si osserva la tendenza a sviluppare la malattia in età più avanzata.
In Italia vi sono circa 245.000 persone che soffrono di questo disturbo. Coloro che si ammalano appartengono a tutte le classi sociali. Non si tratta, pertanto, di un disturbo causato dall'emarginazione o dal disagio sociale.

Gli elementi caratteristici e i sintomi della schizofrenia sono le allucinazioni e i deliri, i disturbi del pensiero e del linguaggio, i disturbi del comportamento, le alterazioni dell’affettività e delle emozioni, i deficit cognitivi e l’avolizione.

Dall’introduzione del trattamento farmacologico per la schizofrenia sono passati molti anni e con un importante passo avanti nella gestione del paziente schizofrenico.

I primi neurolettici efficaci per il trattamento della schizofrenia furono sviluppati verso la metà degli anni 50, sono indicati con il termine di antipsicotici "convenzionali" o "tipici" o "di prima generazione".

Nell'ultimo decennio sono stati sviluppati numerosi nuovi trattamenti antipsicotici (i cosiddetti "atipici" o "di seconda generazione") con un profilo di azione recettoriale e quindi di effetto clinico e di effetti collaterali in parte diverso rispetto agli antipsicotici tradizionali come ad esempio la clozapina che è considerata il capostipite di questa nuova generazione di neurolettici.